venerdì 10 marzo 2017

3. La Grande Flame War di Galileo-Scheiner del 1611-13

Altro ancora by The Old Flynn su The TOF Spot e The Auld Blogge: Mike Flynn's Journal!




Nota del Traduttore: I brani con lo sfondo azzurro sono traduzioni dalla traduzione inglese, non essendo riuscito a rintracciare le fonti in lingua italiana. Chiunque me le fornisse sarebbe di grande aiuto.


Precedentemente sulla Scazzottata...

...abbiamo visto che l'immobilità della Terra rappresentava la 'Scienza Ufficiale' e il 'Consenso Accademico' per eccellenti motivazioni empiriche, mentre le teorie geocinetiche erano state falsificate su più basi, di cui le più decisive la mancanza di parallasse stellare (che falsificava la rivoluzione terrestre) e la mancanza di effetti di Coriolis (che falsificava la rotazione terrestre). Oggi sappiamo che queste falsificazioni (come tutte le falsificazioni) sono state falsificate da quello che potremmo chiamare l'Effetto Duhem.
La falsificazione Popperiana è conosciuta in logica come modus tollens:
M: Se (è vera) A, allora Y.
m: Ma non-Y
Allora: non-A
Ma non c'è mai una sola A, cosicché abbiamo sempre:
M: Se A e B, allora Y.
m: Ma non-Y
Allora: non-A o non-B
Perciò, non è mai scontato quale delle assunzioni di base – e ce ne saranno sempre più di due! -- è stata falsificata quando Y viene smentita dalle osservazioni. Il problema è che è difficile capire quali assunzioni implicite uno stia assumendo. Si pensava che la mancanza di parallasse stellare falsificasse A (La Terra gira intorno al Sole) ma in realtà falsificava B (le stelle sono a milioni di chilometri di distanza). Infatti, le stelle sono a miliardi di chilometri di distanza e la parallasse è troppo piccola per esser percepita persino con un telescopio da 20x. Si pensava che le distanze stellari fossero un dato di fatto, sulla base della luminosità e del diametro del disco stellare. Ma (nel XIX secolo!) saltò fuori che i "dischi" erano illusioni ottiche causate dalla diffrazione e che le stelle si differenziavano in luminosità intrinseca. Solo che siamo ancora qua nel XVII secolo.
Nel secondo episodio, abbiamo visto un mucchio di nuove scoperte durante il 1610-1611; vedi le montagne sulla Luna, le stelle Medicee e (più importante) le fasi di Venere. Adesso, le prime due non dimostrano la geomobilità, né minano la geostazionarietà. La prima indica che la Luna non è incorruttibile. Ma con questo concorda anche la teologia, quindi ciò smentisce solo la fisica aristotelica. La seconda indica che alcuni corpi celesti -- Cosmo, Franco, Carlo e Lonzo – girano intorno a Giove e non alla Terra. Questo infastidisce i fisici aristotelici, ma non gli astronomi ticonici. Solo le fasi di Venere mettono KO il Vecchio Tolomeo.


Ma eliminare Tolomeo non prova Copernico più di quanto eliminare Darwin proverebbe l'Intelligent Design. Ci possono essere [e c'erano!] altre alternative. Quando Ptolomaios fu ptolto di pmezzo, gli astronomi migrarono... verso i sistemi Ticonico ed Ursino -- perché nessuna delle osservazioni al telescopio fino ad allora aveva stabilito il moto della Terra. Dei sette modelli del cosmo che erano in gioco all'inizio del secolo, quattro sono ancora in gara, anche se il makkinoso Kopernicano stava rapidamente finendo fuori commercio:
  1. Eraclideo
  2. Tolemaico
  3. Copernicano
  4. Gilbertiano
  5. Ticonico
  6. Ursino
  7. Kepleriano
Era un'era nuova, moderna. Tutto stava cambiando. Chissà cos'altro poteva accadere!









Il Sole Ha Le Lentiggini!

Il nuovo scoop era partito già prima, nel 1610, ma esploderà dopo che Galileo è diventato una celebrità alla celebrata celebrazione del maggio 1611. La gente aveva guardato la Luna e visto montagne. Il successivo passo logico era guardare il Sole. Quando ci provarono...


si fecero male agli occhi. Ow! Ow! Ow! Ow! Ragazzi, certo che brucia!
Nota del Traduttore: In una lettera ad un amico, Keplero lamenta esser rimasto accecato per "ben" 3 ore dopo aver mirato un cannocchiale dritto sul Sole, mostrando al mondo la differenza fra un teorico geniale e uno spirito pratico. Meno male per la storia dell'astronomia che le lenti di allora lasciavano a desiderare!

Il block notes di Harriot

18 Dic. 1610. Thomas Harriot (c.51) è il primo (al solito) a puntare i puntini del Sole con un telescopio, ma (anche questo al solito) lo dice solo a pochi amici, e non pubblica. Giammai, ritiene TOF, nessuno ha fatto tante e minuziose scoperte e non ha indetto una conferenza stampa.
Nota: Le macchie solari erano già state viste ad occhio nudo ai tempi di Carlo Magno, e forse Virgilio stesso ne era a conoscenza. (Come i cinesi, ma loro non si incrociano con la storia dell'astronomia occidentale.)
A parte le allusioni di Teofrasto e Virgilio alle macchie solari come presagi di pioggia nel terzo e primo secolo a.C., una serie di riferimenti del nono secolo ad un'attività solare anomala associata alla recente morte di Carlo Magno, e qualche cenno sparso ad un Sole a puntini nelle cronache del dodicesimo, tredicesimo e quindicesimo secolo, nell'Occidente Latino non c'era né una mappa concettuale né alcunché che si avvicinasse a veri e propri resoconti delle osservazioni per simili fenomeni. Non è sorprendente scoprire che coloro che interpretarono le menzioni a loro precedenti, come Avicenna nell'undicesimo secolo o Averroës nel dodicesimo, e coloro che osservarono le macchie, come il poeta fiorentino Raffaello Gualterotti nel 1604 e Johannes Kepler nel 1607, assunsero che i transiti planetari ne fornissero la spiegazione.
-- Eileen Adair Reeves. "Speaking of Sunspots:
Oral Culture in an Early Modern Scientific Exchange
"
Questo dovrebbe chiarire una questione. Nella scienza, non conta davvero chi vede qualcosa per primo. Quello che conta è chi lo s-copre; cioè, chi toglie ciò che lo nasconde cosicché tutti lo possano vedere. Quando Keplero vide una macchia solare nel 1607 (prima dei telescopi) pensò di star osservando un transito di Mercurio. Cosa ha visto Harriot non ha importanza, proprio perché non lo ha mai detto a nessuno.


27 Feb. 1611. Johann Fabricius (24) e suo padre David (47) documentano le macchie solari col telescopio, anche se discordano sulla loro natura. Sono 'lune' del Sole? O sono 'nuvole' nell'atmosfera solare?
Johann aveva portato un telescopio con sé quando era tornato a casa dall'università di Leiden nell'inverno del 1610. Il professore di matematica di Leiden, Rudolph Snel van Royan, fu apparentemente il primo a tener lezioni su di esso, e Hans probabilmente ottenne il suo telescopio da lui. Rudy sarà padre del deliziosamente battezzato Willibrord Snel van Royan, della Legge di Snell della rifrazione.


Chris Scheiner, peso massimo dell'astronomia, destinato ad essere svillaneggiato da Galileo.
Aprile 1611. Mentre Galileo è a Roma ad esser celebrato, Padre Christoph Scheiner (38), gesuita stanziato ad Ingolstadt, fa le sue prime osservazioni usando un telescopio filtrato con un vetro colorato, come suggeritogli da Johann Baptist Cysat (un altro dei tanti gesuiti astronomi del tempo).
Scheiner sta anche conducendo esperimenti sugli occhi dei tori, lisciandoli fino alla trasparenza e guardando attraverso essi. Verificherà con questi esperimenti la teoria di Keplero che l'immagine si formi nella retina e non nella lente stessa, e pubblicherà l'Oculus hoc est: Fundamentum opticum nel 1619; ma per qualche ragione, il credito per l'esperimento andrà a Cartesio. Cartesio, come Galileo, non riconosceva mai i meriti dei suoi precursori.
BTW, la nozione comune che l'immagine si formasse nella lente stessa probabilmente contribuì allo scetticismo di allora verso le immagini dal telescopio.


Aprile 1611. Galileo (47) presumibilmente fa la sua prima osservazione del Sole mentre è ancora a Roma ad esser celebrato. (Shea, William R. & Mariano Artigas 2003, p. 40) 


Dave Fabricius pubblica la prima monografia sulle macchie solari

Giugno 1611. Johann Fabricius pubblica De Maculis in Sole observatis, sostenendo che ci sono nubi nell'atmosfera del Sole. Suo padre David dissente, accodandosi alla duratura opinione che ci siano pianeti fra il Sole e Mercurio. La leggenda del pianeta Vulcano è destinata a vivere a lungo.


1 Ott. 1611. Il primo riferimento di Galileo alle macchie solari appare in una lettera in questa data .
Galileo creerà problemi perché nel corso della sua disputa di priorità con Scheiner insiste nello spostare i paletti rivendicando via via nuove ed antecedenti occasioni in cui avrebbe menzionato le sue osservazioni delle macchie solari ad uno o più dei suoi conoscenti. Sotto simili circostanze queste rivendicazioni sono altamente dubbie e accettarle è più un'atto di fede che l'accettazione di un fatto storico comprovato. I primi riferimenti documentati alle macchie solari da parte di Galileo sono tutti del 1611. -- Questions on the spots


Cdl. Maffeo Barberini
Il nuovo MAPSEONT di Galileo
Cosimo II de'Medici
Il capo di Galileo

2 Ott. 1611. Il Gran Duca Cosimo (21) e la sua giovane moglie, Maria Maddalena d'Austria (22), organizzano un gran party per due cardinali in visita, Ferdinando Gonzaga e Maffeo Barberini (43), a Poggio Imperiale, non lontano dalla villa di Galileo nei sobborghi di Firenze. Come cortigiano del Duca, Galileo viene invitato a prenderne parte ed esibirsi. Come tutti i patroni, al Duca piace mettere in scena dispute intellettuali fra gli ospiti dotti, e Galileo spesso usava queste occasioni per annunciare le sue ultime scoperte. Più i suoi beniamini sono intelligenti, maggiore è la gloria che si riflette sul Duca. Allo stesso modo, più è rinomato il patrono, maggiore è il prestigio che il cortigiano riceve. (Vedi Galileo and Patronage, The Galilean Library)


MAPSEO: Migliore Amico Per Sempre E Oltre. Gergo rinascimentale.


In questa occasione, Galileo dibatte sui corpi galleggianti con il filosofo Flaminio Papazzone, che sostiene la posizione aristotelica (supportato dal Cardinal Gonzaga*) mentre Galileo prende la posizione di Archimede. Il Cardinal Barberini si getta nella mischia in supporto a Galileo, i due diventano immediatamente MAPSEI e Barberini sarà un benefattore di Galileo. Il Granduca esorta Galileo a pubblicare le sue teorie sull'idrostatica, che diventeranno il suo Discorso intorno alle cose che stanno in su l'acqua, uno dei suoi migliori lavori di fisica genuina. -- Rowland, Wade. Galileo's Mistake. p. 130
(*) Il matematico personale di Gonzaga era Demisiani, che aveva dato nome al telescopio. (Rowland, p.110)


Ott. 1611. Scheiner inizia uno studio sistematico delle macchie solari usando una camera obscura. Questo gli permette di tracciare le immagini delle macchie su fogli di carta, cosa che lui (come tutti gli altri) paragonerà all'atto di stampare con un carattere mobile sulla carta. [Il potere della tecnologia nel creare una metafora per l'era!] Scheiner (come David Fabricius -- e Keplero, Averroës, Avicenna, e la maggior parte dei suoi predecessori) crede che le macchie solari siano piccoli satelliti – pianeti inframercuriari – che orbitano intorno al Sole. Se Giove può avere lune, perché non il Sole?


21 Ott. 1611. Scheiner descrive le sue osservazioni in una lettera a Marcus Welser (53). Welser scrive a Roma al suo amico Johannes Faber(*), chiedendo se laggiù siano stati condotti simili studi. Faber è uno dei membri dell'Accademia dei Lincei e Cesi (il fondatore dell'accademia) gira la notizia a Galileo .


(*) Faber è stato presente alla cena di Cesi del 14 Aprile 1611 durante la quale Demisiani aveva suggerito "teleskopos" come nome adatto all'occhiale; e aveva scritto immediatamente a Welser per metterlo al corrente. È affascinante notare la rete sociale che legava tutte queste persone: amici, nemici, nemici-amici, e Kevin Bacon.


Nel frattempo, Scheiner continua le sue osservazioni e manda altre due lettere a Welser, affermando la sua opinione che le macchie solari siano stelle vaganti. Welser pubblica queste lettere sotto un nom de plume rinascimentale, Apelles latens post tabulam, "Apelle celato dietro la tela". Questa è la solita allusione classica (in questo caso, ad un antico pittore greco) senza la quale la penna rinascimentale giacerebbe inerte.
La camera obscura di Scheiner nel suo osservatorio


16 Dic. 1611. Nuvole all'orizzonte. Intanto, e fuori dall'argomento delle macchie solari, il pittore Cigoli scrive a Galileo di una lega che si sta formando contro di lui a Firenze:
Da un mio amico, et è un galante Padre et molto affezionato a V. S., mi vien detto che una certa sciera di malotichi et invidiosi della virtù et dei meriti di V. S. si ragunano e fanno testa in casa lo Arcivescovo, et come arrabbiati vanno cercando se vi possono apuntare in cosa alcuna sopra il moto della terra od altro, et che uno di quelli pregò un predicatore che lo dovesse dire im pergamo che V. S. dicesse cose stravaganti; dal qual Padre scorto la malvagità di colui, li rispose come conveniva a buono cristiano et buon religioso. Ora gliene scrivo, acciò apra gli ochi a tanta invidia e malignità di così fatti malefici, parte dei quale avete dei loro scritti satirici et ignioranti; però mi intendete a un di presso quali si siano. Et con questo le prego da Dio ogni felicità e contento, et che la difenda dalla invidia, perchè sopra ogni altro n'à di bisognio.
Il capo di questa lega è Ludovico delle Colombe, un fisico aristotelico che è profondamente risentito verso un mero matematico che specula di Fisica. (In simpatie, delle Colombe potrebbe essere descritto come neo-pagano, visto che la sua devozione a tutte le cose grecizzanti era molto rinascimentaleggiante.) Era stato il decisamente irreligioso delle Colombe a giocare per primo la carta "Scritture". Il "predicatore" è Niccolò Lorini, un domenicano. (Poichè i Gesuiti sostengono Galileo, i Domenicani sono in qualche modo maldisposti; per esempio un moderno Democratico potrebbe essere sospettoso di uno scienziato che viene lodato dai Repubblicani.) Il "Padre" che Cigoli menziona è nientemeno che l'Arcivescovo stesso, Alessandro Marzimedici, che è favorevolmente disposto verso Galileo e che gli ha anche passato i testi dell'incontro.
Notate che questa lega, che Galileo sbeffeggerà come "Lega del Pippione" piccione, canzonatura di delle Colombe è meno interessata al moto della Terra che al trovare qualche modo, qualsiasi modo, di tirar giù Galileo dal suo piedistallo. Delle Colombe è infuriato per l'assalto di Galileo all'Aristotelismo. Il Copernicanesimo è un comodo randello. Se non quello, i corpi galleggianti. O qualcos'altro.
Esempio dell'arguzia di Galileo: Riguardo a delle Colombe, Galileo rimarcò che Aristotele prese molti abbagli, "sebbene nè tanti nè così solenni come fa questo Autore ogni volta che apre la bocca in questi propositi, palesandosi sopra tutti gl'ignoranti ignorantissimo". Non riusciva a resistere ad una bella frecciata, e doveva essere l'anima di molte serate e cene di gala, ma "la sua lingua caustica e la sua penna velenosa gli procurarono molti nemici a vita e trasformarono persino colleghi solidali in nemici vendicativi". È nel processo di fare questo con Scheiner.


Genn. 1612. Galileo riceve una copia degli scritti di Scheiner. Scriverà (vedi sotto) una lettera a Welser in risposta, affermando che non osa pubblicare senza fare lui stesso ulteriori osservazioni astronomiche poiché teme che qualsiasi suo minimo errore verrebbe sfruttato "da gl’inimici delle novità, il numero de i quali è infinito". Tuttavia, propone che le macchie solari siano non pianeti bensì sopra o molto vicine alla superficie.


6 Feb. 1612. Il vecchio Christoph Clavius, che era stato project team leader per il Progetto Calendario Gregoriano e aveva supervisionato la conferma delle osservazioni telescopiche di Galileo, parte per il grande osservatorio nel cielo. Era stato il primo sostenitore di Galileo ed era rimasto suo amico, aiutando Galileo ad ottenere una cattedra a Pisa. Padre Kirchner affermerà poi (come riportato in una lettera di Peiresc a Gassendi, 6 sett. 1633) che Padre Clavius non era davvero contrario alle opinioni di Copernico e lui stesso non se ne distanziava molto. Nella revisione finale del suo manuale, in cui includeva le scoperte di Galileo, consigliava al lettore di consultare il Sidereus Nuncius, concludendo: "Gli astronomi dovrebbero prendere in considerazione l'idea di ridisegnare le orbite dei corpi celesti in modo che siano conformi a questi fenomeni" [trad. dal latino].


Aprile 1612. Galileo inizia il suo studio sistematico delle macchie solari, guardando il Sole attraverso le nubi al tramonto, come scriverà in una lettera citata sotto. Il tramonto – durante il quale viene spesso nuvoloso in simili climi – è il momento migliore per un'osservazione solare diretta, visto che le nubi filtrano gran parte della luminosità. Ma questo limita anche il tempo di osservazione disponibile. (L'alba non va bene, poiché gli Appennini sono ad est e il Sole è già troppo alto e brillante quando scavalca la cresta delle montagne.)


Don Benny Castelli, studente prediletto di Galileo ed ardente copernicano

Maggio 1612. Galileo risponde ad Apelles mandando una lettera in toscano a Welser, che il tedesco deve tradurre, ritardando la sua circolazione. Nei paragrafi finali Galileo menziona di sfuggita che il suo studente, Padre Benedetto Castelli, ha suggerito di usare una camera obscura, che avrebbe reso possibile osservare il Sole di giorno e fare misure continue e giornaliere delle macchie.
"la supplico a salutarlo [Apelle] caramente in mio nome, facendogl'intendere che fra pochi giorni gli manderò alcune osservazioni e disegni delle macchie solari d'assoluta giustezza, sì nelle figure d'esse macchie come ne' siti di giorno in giorno variati, senza error d'un minimo capello, fatte con un modo esquisitissimo ritrovato da un mio discepolo, le quali potranno essergli per avventura di giovamento nel filosofare circa la loro essenza."
Probabilmente non sa che anche Scheiner ha una camera obscura e sta già facendo simili osservazioni. Il termine camera obscura è stato coniato da Keplero, ma il principio era già noto ad Aristotele ed era usato dagli artisti del Rinascimento per proiettare le scene sulle tele in modo da disegnarle. È sorprendente che Galileo non ci abbia pensato finché Castelli non l'ha tirata fuori.


Scheiner continua le sue osservazioni e manda altre tre lettere a Welser intitolate Accuratior disquisitio (Un'indagine più accurata), nelle quali mette in discussione la priorità di Galileo sull'osservazione delle macchie solari.


Galileo manda la sua prima lettera sulle macchie solari prima di vedere la seconda opera di Scheiner,
che riceverà da Welser in settembre.  

 
2 Giugno 1612. Meno di un mese dopo la sua prima lettera a Welser, Galileo scrive a Maffeo Barberini*, "Sono circa a diciotto mesi, che riguardando con l'occhiale nel corpo del sole, quando era vicino al suo tramontare, scorsi in esso alcune macchie assai oscure…”

(*) Maffeo Barberini. Il MAPSEO di Galileo diventerà poi Papa, Galileo lo insulterà gratuitamente e casino #2 scoppierà. Anche Castelli resterà invischiato in quel badabum. Vedremo questo e altro in seguito.


30 Giugno 1612. Il Principe Cesi aveva affermato che avrebbe volentieri accettato il copernicanesimo se eccentrici (moti circolari che abbracciano la terra ma non la hanno al centro) ed epicicli fossero stati rimossi. Galileo gli risponde difendendo gli eccentrici e gli epicicli.
"[...] se alcuno vorrà negare questi, converrà che neghi le revolutioni delle Stelle Medicee intorno a Giove [...] et negando quelli, converrà dire che il vedere Marte hora vicinissimo alla terra et hora lontanissimo sia una illusione"
De Santillana osserva al riguardo: "È uno dei più strani misteri di questa storia che Galileo non abbia fatto ricorso all'aiuto offerto da Keplero con la sua teoria delle orbite ellittiche. Tanto più strano in quanto lo stesso Cesi, a due riprese, [...] gli aveva chiesto se potessero giovare quelle ellissi: segno che se ne discorreva attorno a lui." -- de Santillana, p. 90 (ed. italiana)


Luglio 1612. Galileo scrive al Cardinale Carlo Conti sulle macchie solari e le questioni da esse sollevate. In risposta, Conti dichiara che "la Scrittura non favorisce ad Aristotele, anzi più tosto alla sentenza contraria, sì che fu comune opinione de' Padri [della Chiesa] che il cielo fosse corruttibile". Conti inoltre nota che si poteva accomodare il moto della Terra coi passaggi biblici supponendo che la Scrittura fosse stata redatta in accordo con la conoscenza delle persone comuni, non come un libro di informazioni astronomiche esatte. "Il qual modo d'interpretare", aggiunge, "senza gran necessità non si deve ammettere". Tenete d'occhio queste ultime osservazioni.


Ago. 1612. Galileo scrive la sua seconda lettera sulle macchie solari a Welser. Tramite attenta osservazione e analisi matematica dimostra che le macchie solari devono essere sulla superficie del Sole (un'idea che Johann Fabricius aveva già proposto). Per intercessione del Cardinale Conti, Galileo nota che l'incorruttibilità dei cieli è "non solo falsa ma ripugnante alla verità delle sacre scritture sulle quali non può esservi dubbio alcuno". [Vedi]


Dalle Lettere di Scheiner
Sett. 1612. Il secondo trattato di Scheiner sulle macchie solari, che consiste delle 3 nuove lettere suddette, viene pubblicato da Welser: De maculis solaribus et stellis circa Iovem errantibus accuratior disquisitio (Un'indagine più accurata delle macchie solari e delle stelle che si muovono intorno a Giove), di nuovo sotto lo pseudonimo di Apelles. Sembra ignorare completamente le prime due lettere di Galileo, e niente fa infuriare Galileo più dell'essere ignorato, a meno che non sia qualcun altro che rivendica una scoperta astronomica. Quel che è successo, naturalmente, è che Scheiner e Galileo si sono "mancati" per via del ritardo di Welser dovuto alla traduzione e alla stampa. Il secondo trattato di Scheiner è stato preparato prima di aver visto gli argomenti di Galileo, ma Galileo ha ricevuto il libello un mese dopo.


Le macchie solari di Galileo
Autunno 1612. Gli amici di Galileo, Cesi compreso, insistono perché risponda nero su bianco alla questione della priorità e Galileo decide di attaccare a testa bassa Apelles, che adesso sa essere un gesuita. Poiché Apelle sembra aver ignorato tutte le sue dimostrazioni, Galileo scrive con sarcasmo caustico e sbruffonaggine oltre a dirigergli contro insulti gratuiti, alcuni dei quali verranno rimossi dagli stessi Lincei. Ma Galileo riflette su come gettare fango su Scheiner senza indisporre Welser.
[...] spero di far vedere quanto scioccamente sia stata trattata questa materia dal Gesuita, col quale voglio far quel risentimento che conviene; ma il volerlo far senza disgusto del Signor Velserio mi apporta difficoltà non piccola, e mi è cagione di tardanza.
-- Galileo a Cesi (Nov. 1612)


Difatti, Welser respinge l'idea di pubblicare gli scritti di Galileo così come sono, e l'Accademia dei Lincei decide di pubblicare le lettere sulle macchie solari di Galileo.


L'Arciduchessa Maria Maddalena
"Vorrei tanto essere una Gran Duchessa!"


2 Nov. 1612.  Il vecchio Niccolò Lorini (67) denuncia le idee di Galileo durante un incontro privato. Si spargono voci e viene costretto a scusarsi con Galileo dai suoi superiore domenicani. Dice che non se ne è uscito nulla del genere nel suo sermone della mattina dei Morti, ma "[... ] Ben è vero che, non per disputare, ma per non parere uno ceppo morto, sendo da altri cominciato il ragionamento, ho detto due parole per esser vivo, e detto, come dico, che quella opinione di quel`Ipernico, o come si chiami, apparisce che osti alla Divina Scrittura." Ipernico? Vabè. I predicatori non devono usare la parola che inizia con la E a meno che la questione non sia stata decisa a Roma. È un po' come chiamare qualcuno "fascista": troppo facile da dire con un po' di sangue alla testa. Galileo accetta le scuse e non gli dà peso. In verità Lorini è uno studioso (anche se evidentemente non di astronomia) ed è ben visto dalla Granduchessa Cristina di Lorena (47), madre del Grancapo di Galileo, e da Maria Maddalena (23), l'Arciduchessa*.


(*) In cerca di un titolo. Mamma Cristina mantenne il titolo di Granduchessa anche dopo che la successione del figlio al trono, e la moglie nel frattempo si accontentò del suo titolo originario austriaco di Arciduchessa finché Christina non fosse morta. Quandunque ciò dovesse accadere. 1637. Ce ne voleva ancora di tempo. La povera Mary morì per prima, nel 1631.


Dic. 1612 Nella sua terza e ultima lettera, Galileo affronta gli argomenti di Scheiner e respinge i suoi tentativi di dimostrare il sistema Ticonico.


Una volta che il buffer di traduzione si svuota e Scheiner può vedere le osservazioni e i calcoli di Galileo, si convince che il Toscano aveva ragione, ma è ormai troppo tardi. La Grande Flame War fra Galileo e Scheiner dura attivamente lungo il 1613 e resta passiva-aggressiva da allora in poi. Galileo si è inutilmente reso nemico a vita uno che precedentemente era suo ammiratore e potenziale alleato. Ironicamente, in mezzo al battibecco su chi avesse la precedenza nessuno dei due sembra essersi reso conto che Fabricius li aveva battuti entrambi sulla carta stampata, e nessuno di questi (compresi i Fabricii) sapeva degli appunti mai pubblicati ma ancora precedenti di Harriot!


Pagina di copertina: notate che Galileo si firma come Galileo Galilei Linceo
Galileo Gioca la Carta della Scrittura. Le Lettere sulle Macchie Solari vengono trasmesse ai censori. Ogni stato in Europa ha simili censori, e lo Stato Pontificio non era eccezione. La macchina da stampa è l'Internet del XVII secolo e i governi desiderano guardiani. Inoltre, gli ordini professionali vogliono la peer review per assicurarsi che non vengano pubblicate idee strampalate. I censori pontifici insistono sul rimuovere vari riferimenti religiosi dal libro di Galileo. Dove Galileo aveva scritto che la "Divina Bontà" lo aveva spinto a discutere apertamente il modello Copernicano, i censori sostituiscono con "propizii venti". Dove aveva vergato che l'immutabilità dei cieli è "ripugnante alla verità indubitabile delle Scritture" e attribuito la nuova astronomia all'ispirazione divina, i censori chiedono una revisione. Galileo riscrive che la nuova astronomia era "la più concorde con l'indubitabile verità della Sacra Scrittura" e i censori si oppongono di nuovo, al che Galileo finalmente rimuove tutti i riferimenti alla Scrittura. Questo è interessante. Galileo sta facendo appello alla "ispirazione divina" e bolla i suoi avversari come "opposti alle Scritture", mentre gli ufficiali della Chiesa gli ricordano che essendo un laico dilettante interpretare le Scritture non è affar suo. (Shea, William R. & Mariano Artigas 2003, p.50)



Marzo 1613. L'Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti di Galileo, che contiene le sue 3 lettere ad Apelle tramite Welser, viene pubblicato a Roma dall'Accademia dei Lincei. Circa metà delle copie includono ristampe dei due trattati di Scheiner. La prefazione di Anastasio de Filiis, il bibliotecario dell'accademia dei Lincei, attacca Scheiner e rivendica la priorità di Galileo.[] Sfortunatamente a questo punto le due posizioni si erano irrevocabilmente inasprite. Ciò tornerà a mordere il sedere al Toscano nel 1633.
Nel 1613 Galileo abbandonerà l'astronomia osservativa, ma Scheiner continuerà nello studio sistematico del Sole col telescopio, svilupperà la notazione delle macchie solari ancora in uso e noterà la differente velocità di rotazione degli emisferi del Sole che è oggi ritenuta l'origine delle macchie. Tutto ciò verrà pubblicato nel 1630 nel libro Rosa Ursina, la guida definitiva sul sole per un buon secolo: un lavoro di eterna bellezza matematica – e prosa pesante ed impenetrabile. Naturalmente, fra le altre cose attacca Galileo. Sigh.
ITOF'sHO*, l'importanza delle macchie solari per l'ipotesi della geomobilità non è nella natura a chiazze del Sole, ma nella scoperta che il Sole ruota intorno al proprio asse. Questo fornisce supporto (ma non dimostrazione) all'idea che la Terra possa forse fare lo stesso.
(*) In TOF's Honest Opinion


L'importanza delle Lettere sta nel fatto che in esse Galileo si era mostrato chiaramente come convinto sostenitore di Copernico. Ai censori questo non interessava.


È una fortuna che Galileo non abbia nemici. O che Tommy Caccini possa trattenersi dal fare una freddura. A fra poco la parte IV.




Postscripti




Il cerchio maggiore è il campo visivo di un telescopio kepleriano da 20x. Il cerchio interno, che copre solo parte della Luna, è il campo visivo di un telescopio galileiano da 20x.
1613-1617. Basandosi sull'analisi pubblicata da Keplero nel 1611 (Dioptrice), Scheiner progetterà e costruirà il primo telescopio a rifrazione moderno. Esso usa due lenti convergenti invece della configurazione concava-convessa di Galileo. Ciò risulta in un'immagine invertita, ma anche un campo visivo drammaticamente ingrandito. Poiché il campo visivo diminuisce all'aumentare del potere d'ingrandimento, questa innovazione permette telescopi più potenti; i telescopi galileiani sarebbero praticamente inutili per poteri d'ingrandimento maggiori.


Naturalmente, Galileo sbeffeggerà anche questa innovazione.




L'Accademia dei Lincei.
Nel 1603, Federico Cesi (allora di anni 18), erede di una ricca famiglia nobiliare, fondò l'Accademia dei Lincei, con lo scopo di attaccare l'Aristotelismo. Il suo nome deriva dall'argonauta della mitologia greca rinomato per l'acutezza della sua vista, e dalla lince. I suoi membri iniziali erano (con le età nel 1603)
#1. Cesi, Mr. Tasche Profonde
#2. Francesco Stelluti (26), matematico
#3. Johannes van Heeck (24), medico (l'unico con un titolo accademico), conosciuto anche come van Eyk, van Heyk, Heeckius, etc. Era al party in cui fu dato nome al telescopio.
#4. Anastasio De Fillis (26), polimatematico. Fu l'editore delle Lettere sulle Macchie Solari.


Inizialmente i membri vivevano assieme (quasi monasticamente) nella casa di Cesi, che forniva i libri e gli strumenti da laboratorio a proprie spese. Tuttavia, il padre di Chico pensava che stessero dando vita ad un culto e li cacciò fuori a pedate. Da allora si tennero in contatto per corrispondenza; Van Heeck in particolare vaga per tutta l'Europa facendo osservazioni botaniche e mandando resoconti a Roma. Cesi, nonostante la sua giovinezza, è un leader naturale e possiede un'incredibile capacità nel navigare attraverso l'Italia machiavellica. Qualsiasi cosa ti serva, conosce un tipo. La più grande sfortuna di Galileo sarà che morirà prima che il Dialogo sia scritto.




Schreck in Cina verrà chiamato Deng Zhen Lohan
Nel corso di pochi anni, il club ammette nuovi membri (con le loro età al momento della loro affiliazione):


#5. Giambattista della Porta (75), polimatematico ed occultista, nel 1610. Aveva fondato la propria accademia a Napoli, ma era un po' troppo occulta per le autorità ed fu sciolta sotto sospetto di stregoneria.
#6. Galileo Galilei (47), matematico, nel 1611.
#7. Johann Schreck SJ (35), botanico, pure lui nel 1611. Era anche al famoso party. Se ne partirà per la Cina con un telescopio kepleriano, che mostrerà ai cinesi.
#8 Johann Faber (37), medico dai molti interessi inclusa la botanica, anch'egli ammesso nel 1611 e dopo meno di un anno nominato Cancelliere. Suggerirà il nome microscopio.


L'accademia si dissolse nel 1630 alla morte di Cesi. Fu resuscitata nella sua ben conosciuta forma corrente della Pontificia Accademia delle Scienze dal Vaticano, sotto Papa Pio IX nel 1847.

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Bibliografia

  1. Christie, Thony (2011) Spotting the Spots
  2. Christie, Thony (2011) Questions on spots
  3. Christie, Thony (2013) Apelles hiding behind the painting
  4. De Santillana, Giorgio. The Crime of Galileo. Chicago: University of Chicago Press, 1955.
  5. The Galilean Library. Non-Intellectual Contexts.
  6. The Galileo Project. Chronology.
  7. Galileo's sunspot letters to Mark Welser
  8. Rowland, Wade. Galileo's Mistake. New York: Arcade Publishing, 2003.
    Sant, Joseph (2012). Jesuits and the Early Telescope:Scheiner and Grienberger.
  9. Shea, William R. & Mariano Artigas. Galileo in Rome. Oxford: Oxford University Press, 2003.
  10. ----------------- The Galileo Affair. Un breve riassunto del libro di Shea e Artigas.

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